Alla prima di Gattuso al San Paolo ci si aspettava un cambio di rotta e l’iniezione di nuovi stimoli nei giocatori del Napoli. Dal match ne esce vincitore il Parma con le solite certezze: Kulusevski e Gervinho.
STARTING XI
NAPOLI (4-3-3): 1-Meret; 22-Di Lorenzo, 44-Manolas, 26-Koulibaly (5’pt Luperto), 6-Rui; 8-Ruiz, 5-Allan (18’st Mertens), 20-Zielinski; 7-Callejon, 99-Milik, 24-Insigne (34’st Lozano).
Il nuovo Napoli si schiera in campo con il 4-3-3, modulo tanto caro a Gattuso. Dopo pochi minuti Koulibaly è costretto a lasciare il campo a Luperto che concluderà la partita con 87 passaggi completati su 90.
PARMA (4-3-3): 1-Sepe; 36-Darmian, 2-Iacoponi, 22-Alves, 28-Gagliolo; 17-Barillà (21’st Grassi), 10-Hernani, 15-Brugman; 44-Kulusevski, 11-Cornelius (17’pt Sprocati)(34’st Pezzella), 27-Gervinho.
Anche D’Aversa è costretto a rinunciare quasi subito a Cornelius e quindi a optare per un tridente leggero con Spocati. La posizione della squadra è molto statica, Kulusevski e Gervinho godono di maggiore libertà.
LA PARTITA
Pronti via il Napoli mostra subito poca sicurezza consentendo al Parma di partire due volte in contropiede, al terzo minuto un errore di Koulibaly spalancherà a Kulusevski le porte per il gol del vantaggio.
Acquisito il vantaggio il Parma si posiziona in attesa della mossa del Napoli e una volta in possesso del pallone non disdegna la costruzione bassa e il possesso palla ma a volte viene affrettata la giocata verticale verso le punte.
Con la sostituzione per infortunio di Cornelius il Parma perde l’appoggio in avanti grazie al quale era in grado di risalire il campo in velocità.
L’idea iniziale di Gattuso di sfruttare i corridoi laterali stringendo al centro le tre punte perde di concretezza con il passare dei minuti, il Parma difende bene la zona centrale e crea densità.
A fine partita i cross saranno addirittura 41 (15 nella partita contro il Genk, 11 contro l’Udinese).
In questa azione il Napoli cercare di far passare il pallone dalla catena di sinistra (Insigne-Rui-Zielinski) a quella di destra (Callejon-Di Lorenzo-Ruiz) con Manolas che invece di servire il terzino libero sulla fascia forza la giocata su Ruiz che si trova in mezzo a due avversari e viene scippato dal pallone.
Il Parma, una volta indirizzata la partita alterna una fase di pressing aggressivo sulla costruzione dal basso di Meret mentre concede spazio ai due centrali del Napoli quando la palla è già in gioco mantenendo le posizioni dei centrocampisti sulla zona centrale.
Gervinho al 41esimo, con la più classica delle azioni da contropiede colpisce il palo, dopo una grande parata di Meret.
Il primo tempo si conclude con 12 tiri in verso la porta del Parma a dimostrazione che il Napoli non ha latitato nella produzione offensiva ma in molte occasioni è mancata la freddezza sotto porta.
All’inizio del secondo tempi il Napoli riesce a mettere in difficoltà il Parma con un’uscita dal pressing e muovendo velocemente il pallone grazie a dei triangoli sulla fascia sinistra.
La squadra di D’aversa riesce a difendersi molto bene se viene attaccata centralmente mentre, come in questo caso, se i centrocampisti si trovano fuori posizione la difesa si rimane scoperta.
Il Napoli non è stata in grado di sfruttare queste situazioni. Ha mantenuto la stessa idea di gioco che prevede l’utilizzo del centro per sviluppare la manovra una volta arrivati sulla trequarti, intasando così le linee di passaggio e subendo il raddoppio degli avversari.
Il Parma, che fa della pazienza una delle sue caratteristiche migliori, ha saputo interpretare al meglio le fasi della gara. Anche grazie al vantaggio ottenuto immediatamente e alla poca precisione del Napoli sotto porta, ha potuto attuare la sua tattica di attesa, schierandosi a protezione della difesa e facendo densità a centrocampo ripartendo immediatamente una volta recuperato il pallone grazie alla velocità dei 3 attaccanti.
Con l’ingresso di Mertens al posto di Allan il Napoli crea spazio al centro del campo per Zielinski e Ruiz, nell’azione che porta al gol Milik il Napoli si posiziona tutto nella metà campo avversaria con un 2-4-4 (i due terzini sulla linea dei due centrocampisti).
Mertens beneficia dello spazio creatosi dall’ingresso in area di Di Lorenzo, i centrocampisti del Parma in questo caso seguono l’inserimento del terzino lasciando il tempo al Belga di effettuare il passaggio decisivo.
Nonostante il gol subito il Parma non snatura la sua strategia e non rinuncia ad attaccare, nel momento in cui recupera palla va immediatamente alla ricerca degli attaccanti.
Con l’avanzamento dei due terzini del Napoli il compito difensivo dei centrocampisti è più difficile. L’allargamento sugli esterni di Callejon e Insigne unito alla sovrapposizione sistematica dei terzini dilata lo spazio da coprire. D’Aversa allora inserisce Pezzella per Sprocati passando alla difesa a 5 spostando Gagliolo sul centro-sinistra.
La mossa di Gattuso non sortisce gli effetti sperati, il numero di cross aumenta ma con i terzini così alti il Napoli si espone ancora di più ai contropiede del Parma.
Grazie a Meret e all’imprecisione degli attaccanti il gol vittoria dei ducali arriva solo nei minuti di recupero. Dagli sviluppi di un calcio d’angolo per il Napoli il pallone viene respinto nei pressi di Kulusevski che con Gervinho imbastice un velocissimo 2 VS 4 letale per la difesa partenopea.
Per il Parma si tratta del settimo gol su contropiede in Serie A.
STATISTICHE E XG
Il Napoli ha imposto il suo possesso palla, 72.3 contro 27.7. A conferma si possono contare 664 passaggi completati su 731 con il 90.8% di precisione.
Il centrocampista del Parma, Brugman ha vinto 8 tacklas su 9, tutti nella metà campo difensiva e in zona centrale.
Guardando i valori raccolti degli Expected Goals il Napoli, per quanto prodotto (33 tiri, 8 in porta), ha raccolto meno rispetto al Parma che è in overperformance (7 tiri, 4 in porta).

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